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Apparati Il restauro delle vetrate

fratture
Controvetrate Studio Forme - Roma
Controvetrata di protezione
Premessa storica

Si è cominciato ad apporre le vetrate esterne di protezione alle vetrate medievali, nell'Ottocento, per proteggerle dagli atti vandalici, dagli effetti delle intemperie e dagli agenti atmosferici.
Dagli studi condotti su vetrate protette e non protette è emerso chiaramente che nelle prime i processi di deterioramento sono fortemente rallentati, mentre le altre continuano a corrodersi e disgregarsi.
Perciò oggi è consigliabile in un intervento di restauro conservativo, la creazione di controvetrate o ove sia possibile la modernizzazione delle controvetrate esistenti.
Nell'Ottocento le controvetrate permettevano, non essendo sigillate, scambi d'aria con l'esterno, lasciando delle aperture da cui entravano anche gli agenti inquinanti mentre oggi si è accertata l'importanza del controllo microclimatico dell'ambiente interno, per cui le controvetrate isotermiche contemporanee sono perfettamente sigillate.
Ma la differenza principale con le controvetrate ottocentesche sta nel fatto che oggi vengono studiati e messi a punto dei sistemi di areazione tra vetrata e controvetrata con una distanza tra le due, calcolata in modo da conoscere esattamente la quantità di aria da ricambiare per evitare la formazione di condensa sulla superficie dei vetri.
Inoltre le controvetrate Ottocentesche spesso venivano munite di reti metalliche, che dovevano preservare dai danni meccanici i vetri, e che con il tempo favorivano l'accumularsi di sporco e polveri, con tutte le conseguenze negative per i processi di deterioramento.

Progettazione

In fase progettuale dovrà essere stabilita la conformazione e l'aspetto estetico della controvetrata. Dovendo essere vista dall'esterno è chiaro che questo lato condizionerà maggiormente il suo aspetto. Il telaio infatti, nel caso di una vetrata architettonicamente composta da più elementi, seguirà le varie sezioni definite dagli elementi quali colonnine, rosoni, cornici, in modo tale da darne la lettura all'esterno. L'intera struttura sarà parzialmente saldata e in parte rivettata in modo tale da permettere le dilatazioni.
La vetrata di protezione verrà composta da pannelli rimovibili per permettere eventuali interventi di restauro nel futuro; il telaio, se si ritiene utile potrà avere i pannelli autonomi apribili.

Controvetrate isotermiche

Sarà isotermica, cioé i vetri e il telaio saranno perfettamente sigillati.
Secondo le direttive relative ai vetri di protezione del CORPUS VITREARUM MEDII AEVI il vetro isotermico, il cui uso è cominciato dalla fine della seconda guerra mondiale e si è dimostrato in molti paesi come la misura più importante e più diffusa per la protezione e la conservazione di vetrate artistiche medievali. Tra vetrata e controvetrata vi è uno spazio intermedio che deve essere aereato, per evitare la formazione di condensa del vapore, principale causa di degrado. Allo stato attuale delle ricerche e delle esperienze nel campo della conservazione garantisce ai dipinti su vetro in pericolo delle condizioni esistenziali migliori, rendendo superflua l'adozione di misure dirette nei confronti dell'opera d'arte.

CARATTERISTICHE DELLE CONTROVETRATE
TRADIZIONALI

Protezione dai danni meccanici (vento, pioggia, danni accidentali)
Riduzione degli effetti degli agenti inquinanti
Riduzione della funzione della vetrata come barriera tra interno ed esterno

ISOTERMICHE

Vetri e telaio perfettamente sigillati;
Controllo della formazione della condensa sulla vetrata;
Circolazione dell'aria nell'intercapedine tra vetrata e controvetrata: distanza ottimale e fessure per facilitare il passaggio dei flussi d'aria;
Sistemi di ventilazione forzata;
Sistemi di controllo del microclima (glass sensor).


Studio del microclima

Si conducono, in via preliminare, delle accurate ricerche sul sistema microclimatico.
Si quantificano così vari fattori come il clima del luogo, l'esposizione della vetrata, eventuali infiltrazioni presenti nella muratura, ventilazione all'interno dell'edificio e sistemi di riscaldamento, che influiscono e condizionano il microclima. Attraverso questi dati sarà possibile stabilire la frequenza e l'entità delle condensazioni sulle vetrate, e progettare perciò un adeguato sistema di controllo termico che garantirà una duratura e sicura conservazione dei vetri.
La struttura della controvetrata e la sua grandezza può condizionare pure il numero e l'ampiezza dei punti di areazione. È molto importante nel progetto studiare la velocità della circolazione delle correnti d'aria nell'intercapedine e nei fori di areazione (posti solitamente lungo i lati inferiore e superiore dei pannelli) e l'andamento dei flussi dell'aria che circola. È naturale che il sistema di protezione isotermico influisce sul microsistema climatico interno ed esterno della vetrata e sulle variazioni termoigrometriche, perciò a seconda dei casi che si presentano bisognerà studiare le soluzioni migliori per ottimizzare il microclima.
Soprattutto nei casi di diretta esposizione al sole, bisognerà prestare attenzione a che non si creino le condizioni per la formazione del cosiddetto "effetto serra", ossia un aumento di temperatura tra la vetrata e la controvetrata. In questo caso, si provvederà a ventilare adeguatamente l'intercapedine, per mantenere a giusta temperatura la vetrata.

MISURE MICROCLIMATICHE, DI CONTENUTO DI UMIDITÀ E DI QUALITÀ AMBIENTALE

Temperatura superficiale delle vetrate

Temperatura, UR, US dell’aria

Illuminazione (intensità, spettro dominante)

Particellato Sospeso Totale (PST), Particellato Sospeso con diametro minore di 10 micron (PM10) (concentrazione in aria)

Ioni solubili del PST

Biossido di Zolfo, Biossidi di Azoto, Acido Nitrico (concentraz. in aria)

Velocità di scambio d’aria tra esterno ed interno

Velocità di flussi d’aria

consulta la sezione "Indagini diagnostiche"



Materiali

Nel progetto si sceglieranno i materiali di cui si vorrà far uso.
Per quanto riguarda il telaio, si consiglia l'acciaio verniciato a fuoco che garantisce l'inossidabilità.
Si utilizzano preferibilmente vetri che filtrano i raggi UV e parte dei raggi IR e si consiglia di prendere in considerazione i materiali che in questo settore mette a disposizione la ricerca effettuata in campo industriale. Nel Duomo di Orvieto e di Perugia (Funaro e Rivelli, 1989) era stato messo a punto un accoppiaggio di due vetri di cui uno bassoemissivo di 4 mm che seleziona i raggi ultravioletti, e l'altro soffiato extra chiaro di spessore di 3/4 mm. Il vetro soffiato per la sua superficie irregolare, era pensato accoppiato ed esposto sul lato esterno della controvetrata per eliminare parzialmente l'"effetto specchio" che una superficie di vetro industriale crea in condizioni di illuminazione naturale. Il pannello di protezione così composto era stato frazionato per la superficie di vetro soffiato da rettangoli di dimensione di circa cm 20x30. L'incollaggio dei vetri era stato realizzato con resine epossidiche bicomponenti, ma queste alla prova di invecchiamento si sono dimostrate sensibili alla luce con conseguente ingillimento. Per questo è stato necessario sostituire nell'accoppiaggio al vetro soffiato un vetro chiaro industriale trattato con leggere "nuances" ottenute con getti di carborundum. La superficie così a tratti scalfita ottiene lo stesso risultato nell'abbassamenteo della rifrazione della luce sullla superficie del vetro diminuendo l'effetto specchio e permettendo un accoppiaggio industriale come un normale Visarm.

Glass sensor

Sono stati sperimentati dei sistemi di controllo del sistema isotermico: piccoli campioni di vetro sensibile, inseriti in piastrine metalliche, della grandezza di pochi centimetri, chiamati "glass-sensor", sono stati posti nella intercapedine e registrano nell'arco di qualche mese gli effetti del microclima sulla conservazione del vetro. Infatti sul piccolo vetro-campione dei sensori si forma uno strato idrato che analizzato con spettroscopia IR, dà i risultati del funzionamento del sistema.